Primo soccorso letterario
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Libri da leggere nei momenti difficili

Sin dall’antichità la lettura è stata considerata uno strumento terapeutico per chi poteva avvalersene. Nella mitologia greca il Dio Apollo, comunemente conosciuto come il Dio del Sole, era anche noto per essere il Dio delle Arti – musica e poesia – e della Medicina quasi a voler sottolineare la connessione esistente tra queste discipline. Si narra che all’entrata della più grande biblioteca del mondo antico, ad Alessandria d’Egitto, ci fosse un’iscrizione che recitava la frase: “Ospedale dell’anima”.

Bisogna però aspettare qualche secolo perché si arrivi a parlare di Biblioterapia, termine nato all’inizio del XX secolo, e che ebbe tra le sue prime applicazioni pratiche l’impiego della lettura come sostegno aggiuntivo al percorso riabilitativo dei soldati affetti da disturbo post traumatico da stress dopo la fine della prima guerra mondiale.

Allora come oggi i libri possono aiutarci nei momenti di difficoltà perché sono capaci di stimolare riflessioni profonde; la lettura di libri di auto-aiuto può fornirci strumenti concreti per affrontare situazioni difficili ed accompagnarci in un percorso di crescita personale, mentre la lettura di racconti e romanzi, attraverso l’identificazione con le storie dei personaggi e con le loro emozioni, consente una rielaborazione di vissuti emotivi più o meno consci conducendo il lettore verso una nuova consapevolezza di sé ed una profonda purificazione dalle emozioni negative represse, fenomeno psicologico noto come catarsi.

Promuovere la lettura di libri “significativi” ed “educativi” entra dunque a far parte del bagaglio di strumenti che possono essere utilizzati per promuovere la salute delle persone, considerando il concetto di “salute”, così come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, non più solo come assenza di malattia ma come il raggiungimento ed il mantenimento di uno stato di benessere psico-fisico degli individui.

Noi non siamo solo quel che mangiamo e l’aria che respiriamo.
Siamo anche le storie che abbiamo sentito, le favole con cui ci hanno addormentati da bambini, i libri che abbiamo letto, la musica che abbiamo ascoltato e le emozioni che un quadro, una statua, una poesia ci hanno dato.

Tiziano Terzani

Libri consigliati

Trasformare l’eredità del trauma
Janina Fisher

Questo manuale è uno strumento pratico che ci aiuta a riconoscere i meccanismi che sono alla base del trauma psicologico e ci guida nel percorso di guarigione  passo a passo con esercizi ed esempi pratici.

Un evento traumatico produce effetti che possono perdurare a lungo: eventi della vita quotidiana apparentemente innocui possono agire da trigger di quelli che vengono chiamati i “ricordi impliciti” del trauma …

e causare intense reazioni fisiche, percettive ed emotive in apparenza inspiegabili e non direttamente correlabili all’esperienza originale del trauma. L’eredità del trauma, dunque, è la persistenza di questi sintomi fisici ed emotivi che ci portano a rivivere lo stesso senso di minaccia e pericolo vissuti durante l’esperienza traumatica anche se questa è terminata ed appartiene al nostro passato.

Un trauma non viene ricordato con una narrazione chiara e coerente o con una serie di immagini che possiamo descrivere, ma più frequente viene ricordato sotto forma di elementi sensoriali privati della possibilità di essere descritti a parole. Questo accade perché il nostro cervello in caso di pericolo percepito attiva la “modalità sopravvivenza” disattivando i sistemi nervosi ritenuti non essenziali; in particolare perdiamo la capacità di prendere decisioni consapevoli e l’abilità di testimoniare con ricordi chiari l’intera esperienza mentre aumentiamo la capacità di rispondere rapidamente ed istintivamente al pericolo.

Per guarire occorre riattivare quelle aree del cervello che il ricordo del trauma mantiene spente e che ci possono consentire di cambiare le risposte automatiche legate alla sopravvivenza che continuano a ripetersi nella nostra mente anche quando il pericolo concretamente non esiste più.